

Nel suo habitat naturale questa orchidea si procura le sostanze nutritive dalle piogge oppure dalla rugiada del mattino che si deposita nelle radici.
Il modo migliore per innaffiare l’ orchidea è di nebulizzare le radici oppure di immerge tutte le radici della pianta nell'acqua (a temperatura ambiente) per cinque/dieci minuti.
In estate devono essere annaffiate anche tutti i giorni.
L'umidità ottimale per questo tipo di pianta è intorno all'80%, nebulizzate la Vanda quindi circa tre volte a settimana.
Un paio di volte al mese potete fertilizzarla sciogliendo il concime direttamente nell’acqua d’irrigazione.
In inverno, quando la pianta è a riposo, non concimatela.
Se coltivate in condizioni ottimali, possono fiorire anche 3 volte all'anno.
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La vanda è una orchidea epifita, con un apparato radicale aereo particolare.
Nel 1613 fu scoperta da Alvin Semedo e venne chiamata “tia-hua" owero pianta area.
Le sue radici sono come delle spugne che riescono ad assorbire con molta rapidità tanta umidità.
Le radici funzionano anche come delle ancore per farsi che rimangano ben salde sugli alberi.
La pianta quindi non ha bisogno di terriccio.
Le Vanda fioriscono più volte all‘anno senza una precisa stagione e i fiori hanno una durata di diverse settimane.
Ci vogliono ben 8 anni prima che la Vanda sia pronta per la sua prima fioritura.
I primi 5 anni le giovani piantine crescono nei vivai in Thailandia e dopo essere state trasportate in Olanda nelle aziende della AncoOrchidee vengono messe in coltivazione per un anno intero fino alla fioritura e la vendita delle stesse. Per ulteriori notizie visitare il sito vwvw.ancoorchidee.nl.
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(tratto dal libro di Alfredo Cattabiani "Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante", Edizioni Oscar Mondadori. Un libro da leggere e consultare ! )
Nell'antica Cina le orchidee erano associate alle feste di primavera e venivano utilizzate per allontanare le influenze nefaste e in modo particolare la sterilità.
Il medico Dioscoride consigliava di mangiarne i tuberi delle orchidee come rimedio contro la sterilità.
Nel Medioevo si attribuivano alle specie nostrane di orchidee le stesse proprietà fecondatrici di cui parlavano gli Antichi, tant'è vero che le radici venivano utilizzate per confezionare filtri ed elisir d'amore.
I Greci chiamavano l'orchidea anche kosmosandalon, sandalo del mondo, per il labello rigonfio che si ritrova in molte specie spontanee nell'area mediterranea e assomiglia alla punta di una scarpetta.
Ma la bellezza del fiore dell'orchidea ha evocato anche il simbolo dell'Armonia, e perfino l'emblema della Perfezione spirituale, perché la bellezza carnale e terrena, come ha insegnato Platone, non è se non una materializzazione di quella invisibile ai nostri occhi di mortali.
Scheda tecnica