HELLEBORUS - significato
HELLEBORUS = HELLEBORO = ELLEBORO
(tratto dal libro di Alfredo Cattabiani "Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante", Edizioni Oscar Mondadori. Un libro da leggere e consultare ! )
Helleborus niger, è detto anche rosa di Natale perché i suoi fiori bianchi dalle antere dorate sbocciano d'inverno da dicembre in poi, quasi a simboleggiare con i loro colori l'alba del solstizio invernale e l'oro del sole nuovo, del sole «bambino», destinato a crescere sull'orizzonte.
Sull'elleboro natalizio non poteva non fiorire una leggenda cristiana.
Si racconta sulla scia dei Vangeli che i Magi erano arrivati ai primi di gennaio alla grotta di Betlemme portando i doni destinati al Salvatore annunciato dalla cometa.
Nei dintorni della grotta vi era una pastorella che, vedendo quei magnifici doni, l'oro abbagliante e i profumati aromi, si disperò perché non aveva nulla da offrirgli; e già stava piangendo quando vide sbocciare fra la neve alcuni fiori bianchi dalle antere dorate: erano le rose di Natale, che lei potè donare al Bambin Gesù.
Secondo un mito greco, Melampo, l'Uomo dai Piedi Neri, che capiva il linguaggio degli animali ed era capace di purificare i malati restituendo loro la salute, guarì dalla follia le figlie di Preto, re di Tirinto, mescolando l'elleboro all'acqua della fonte dov'erano solite bere: sicché la piantina venne ritenuta nei secoli un efficace rimedio contro le malattie mentali.
Grazie a quella credenza il fiore evocò anche un modo proverbiale, «Ha bisogno dell'elleboro», per indicare
un matto.
Effettivamente il suo rizoma contiene un glucoside, l'elleborina, che grazie alle sue proprietà narcotiche può essere usato nelle dosi prescritte e sotto controllo medico per calmare chi è in preda a crisi di quel genere.
Una volta il rizoma veniva consigliato anche come purgativo e vermifugo; ora invece non lo si usa più perché
i suoi glucosidi possono provocare vomito, sonnolenza, collasso e persino la morte.
D'altronde anche gli Antichi sapevano che era una pianta velenosa: Pausania narra nel decimo libro della Guida della Grecia che, mentre i Cirresi stavano assediando Atene, Solone consigliò di gettare dell'elleboro nelle acque di un fiumiciattolo dove i nemici erano soliti abbeverarsi.
Grazie allo stratagemma i Cirresi furono colpiti da una dissenteria così grave che li obbligò a desistere dall'assedio.
Fino ai primi del Novecento era una pianta molto diffusa, tanto da essere considerata la regina nei giardini d'inverno di tutta Europa.
Un'altra specie di elleboro, Helleborus viridis, che ha foglie decidue e fiori a coppa giallo-verdi, è detta «erba nocca» in Toscana dove secondo un'antica tradizione contadina viene osservata attentamente perché la si considera un ottimo oroscopo per l'agricoltura: il raccolto sarà abbondante se ha quattro ciuffi, mediocre con tre, pessimo con due.
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